Il primo weekend estivo della mia prima estate in questa casa ai margini di San Siro è appena finito. Si va verso la ripartenza del lunedì quando, intorno all’1.30, vengo svegliato dalle urla esasperate di una ragazza. Provengono dalla strada su cui dà la finestra più piccola della mia camera da letto, via Altamura.
Mi allarmo, dunque mi alzo, “sposto via la tenda” e mi affaccio mentre lei, in spagnolo, con un accento sudamericano, sta insultando quello che sembra essere il suo ragazzo. In un attimo inizia ad aggredirlo anche fisicamente, ma non faccio in tempo a capire il da farsi che tre ragazzi di origine maghrebina di passaggio sedano la rissa semplicemente avvicinandosi e dicendo “Basta! basta!”.
Lei continua a urlare di tutto contro di lui, che non risponde, incassa e sta zitto. La scena va avanti per un pezzo e la ragazza a un certo punto si allontana dalla mia visuale per riapparire pochi secondi dopo spingendo una carrozzina e parlando della figlia, neonata.
Gli insulti proseguono anche in italiano: lei specifica proprio di voler far sapere a tutti quanto sia ignobile quel ragazzo. I tre passanti restano lì fin quando non arriva il padre di lei che, in macchina, la porta via insieme alla bambina. Lui, che non ha mai aperto bocca, se ne va da solo nella direzione opposta.
Chiudo la tenda e torno a dormire.